Filippo Nesci
Con “Recollections 1”, mostra del giovane artista Filippo Nesci, la galleria Triphè apre al tema dell’intelligenza artificiale e, più nello specifico, alle possibili connessioni con il mondo dell'arte. In esposizione 14 opere di cui 5 già presentate nella sede di Google in California e realizzate con l'arte del glitch che, come l’artista stesso ha spiegato in un'intervista rilasciata a Los Angeles nel 2016: “consiste in una sorta di lapsus di come da un errore tecnologico si finisca per generare una nuova forma d'arte”.
Gli altri lavori,presentati in questa prima personale dell'artista, sono una specie di “memorie digitali , una sorta di mix tra il poco che rimane di umano e la macchina tecnologica ; si potrebbe parlare,così, spiega l'artista, di una AI nostalgica”.
L'apertura di “Recollections 1” sarà accompagnata da un video dialogato, dall'atmosfera anch'essa un po' nostalgica, ma dalla comunicazione tecnologica attualissima dal titolo: “And Now i go to sleep”.
La mostra si propone,in certo qual modo, di stimolare al dibattito già affrontato nel 2017 allorchè il laboratorio Art & AI di Rutgers propose , per la prima volta, l'arte prodotta dall'algoritmo Aican.
Quest’ultimo, programmato per creare opere d'arte venne scambiato dal pubblico inconsapevole, come un vero e proprio artista al punto che, alcune delle sue opere furono vendute all'asta.
Aican è un algoritmo che contiene sia dati propri della storia dell'arte e dai quali attinge per creare le sue opere, sia elementi del tutto originali e nuovi in grado di accattivare ancor di più l'attenzione del pubblico. C'è da chiedersi: “cosa manca ad Aican che Filippo Nesci, artista in carne ed ossa, ha?”
L'anima, quel sentire umano che, pur sfruttando al massimo la tecnologia nella creazione artistica, si cala nella realtà “con Empatia” immergendosi nella situazione dell'altro ed interagendo con l’esterno, senza assumere un atteggiamento passivo ma sfruttando l'opera creata come una sorta di complice.
Da segnalare l'opera realizzata da Nesci per la Parasoul Sound di New York e il video “Post Human Exe” presentato recentemente al Macro.
Maria Laura Perilli