FRANCO GILETTA
La forza comunicativa della pittura
La frequentazione del Movimento Anacronista da parte di Franco Giletta, durante il periodo dei suoi studi universitari, ha certamente lasciato in lui un segno indelebile che perdura nella sua odierna produzione artistica: è il coraggio di continuare a fare pittura in contrapposizione al dilagare delle installazioni, della tecnica multimediale, senza per questo voler nulla togliere a queste forme di espressione artistica. Giletta rientra in quel novero di artisti che non hanno rinnegato né tantomeno rinunciato alla tradizione come difesa della propria identità culturale. I suoi lavori esprimono tutto il portato storico culturale che contraddistingue il nostro continente europeo.
È una produzione che procede in modo antitetico alle improvvisazioni e provocazioni, oggi sempre più spacciate per arte ed ormai paludate delle vesti di una stanca ufficialità. L'arte di Giletta è il risultato di una lunga e tenace maturazione che utilizza la pittura per veicolare messaggi attuali, senza rinunciare al mezzo della citazione storica rielaborata in chiave attuale e personalissima. Disegni e dipinti sottolineano la profondità delle sue conoscenze storico artistiche. "Aglaia" e ancor più’’ Rinascimento’’ colpiscono per la solidità della composizione. Le figure sono strutturate secondo una giustapposizione di volumi ben delineati e leggibili; Piero della Francesca è, nella citazione, il loro ideale progenitore. La metafisicità dell'impianto, tipica delle figure di Piero, viene, però, sapientemente rimodulata da Giletta; il semplice innesto di collane umanizza le figure, richiamando alla memoria la delicatezza della ‘dama con l'ermellino’ di Leonardo o quelle ragazze del mondo hippie che dell'ornamento artigianale fecero uno dei loro segni distintivi. Con due soli disegni l'artista percorrere più secoli, facendoci cogliere nello sguardo assorto ed enigmatico delle giovani donne tutta l'attualità dell'odierno disagio giovanile. Con il dipinto ‘quinto elemento’ la citazione storica assume un respiro di portata europea. Il giovane con turbante, dal timbro marcatamente orientale, ricorda le rappresentazioni delle “Tronie” particolarmente di moda tra l'aristocrazia olandese ed europea in genere. La popolarità conquistata da queste in Europa, indusse artisti del calibro di Rembrandt a una produzione finalizzata al mercato. L'impianto volumetrico della figura è esaltato da una fonte di luce radente in primo piano, determinante per esaltare il contrasto tra la figura ed il paesaggio di fondo; qui lo spazio è costruito secondo precise aree di colore e la fonte di luce in lontananza diviene cerniera orizzontale di raccordo tra cielo e terra. In autoritratto, infine, la spazialità è resa in modo più complesso. Una quinta muraria obliqua dinamizza la scena e produce una netta demarcazione tra area di sfondo e primo piano. I colori assumono una tonalità cerulea che sottolinea la rispondenza tra lo sguardo introspettivo dell'artista e la lirica drammaticità del paesaggio retrostante. A dispetto delle mode, del diffuso dilettantismo, delle provocazioni a tutti costi, al punto che provocare perde qualsiasi senso, Giletta ci dimostra quanto la pittura, la bella pittura e la figurazione siano in grado ,ancora oggi, di calarci nella problematicità della realtà circostante senza ricorrere a proposte ambigue e, spesso, preoccupate del solo mercato.
Maria Laura Perilli