Dove 'l sol tace
Brescia Polo Museale San Filippo e Giacomo - Via delle Battaglie, 61
(5-22 Maggio 2014)
Vorrei evitare di considerare l'opera di Roberta Coni come una semplice parafrasi del celebre poema dantesco. Penso che il suo elaborato artistico sia, in realtà ,un incontro di anime tra due artisti che hanno saputo tradurre le loro emozioni, l' uno nella scrittura l'altra nella pittura ,a distanza di secoli. Quando le energie dell'anima sono forti ,da non riuscire ad essere contenute , unica soluzione è sprigionarle attraverso differenti percorsi emotivi. Una scarica elettrica ha attraversato la mente ed il corpo dell'artista, a tal punto, da esprimersi in un intreccio di corpi ,urla disperate,anime dannate. L'anima dell'artista e i suoi strumenti,colori,pennellate,hanno seguito il ritmo delle urla disperate delle anime straziate dal peccato e hanno preso forma ;Roberta Coni ha tenuto il ritmo di queste masse intrecciate, stremate ,grondanti di sudore, stanche nel loro prevaricarsi l'una sull'altra,accompagnandole in questo loro infinito dilaniarsi, quasi a soccorrerle . L'artista non si esime dal partecipare a questa sofferenza e la si intravede ,anche lei ,sofferente,tra le anime dannate.
Quello di Roberta Coni sembra uno slancio di accoglienza,quasi di perdono;in fondo,chi,non ha mai peccato o incontrato lungo la sua vita Superbia,Avarizia,lussuria,Invidia,gola,Ira ,Accidia!?
Vengono incontro con forza e senza freni , dalle loro bocche sembra fuoriuscire il tagliente urlo di Satana ed il flebile, quasi ormai assente respiro speranzoso di un'anima perduta che rimpiange la sua passata innocenza!Questi corpi sono come i tasti di un pianoforte,i musicisti in un'orchestra e l'artista il direttore;la loro angoscia,quasi incontenibile, va gestita e plasmata. Roberta Coni con i suoi sfondi neri li lascia danzare in uno spazio senza fine ,per donar loro un anelito d'aria che il peccato,sempre presente, gli strapperebbe ; per donare loro uno slancio di libertà e per concedere anche allo spettatore, rendendolo partecipe, il potere di decidere come il burattinaio dei suoi pupazzi. Perchè, l'artista, non chiude il cerchio, difronte agli occhi dello spettatore? Perchè, lo rende partecipe? Perchè non delimita i confini dei suoi dipinti? Perchè il perdono è cristiano ,ma rimane pur sempre a discrezione di chi guarda; chi è costui? Lo spettatore, colui che ha subito le conseguenze delle azioni peccaminose di quelle genti ,di quei corpi dilaniati e può decidere che farne ; se deciderà per la vendetta sarà anche lui come un ragno che tesse la tela, imprigionato, in quella rete, in quel groviglio di corpi dilaniati ?..e allora ,non vedrà più la beatitudine,non incontrerà più la sua Beatrice. Se così fosse il viaggio di Roberta Coni finirebbe ; al contrario , questo è solo l'inizio di un cammino.
Potrei definire quello di Roberta Coni un lungo viaggio,di cui questo, rappresenta un primo punto d'arrivo. Il peccato, da anni, è tematica cara all'artista ;basti pensare ad opere come il
Mea culpa, che hanno segnato l'interesse della Coni per l'animo umano .D'altronde ciascuno cerca la beatitudine a proprio modo,ognuno addolcisce l'anima con i suoi personali strumenti ; la Coni lo fa attraverso la pittura.
Il suo percorso ,in questi anni ,è stato un continuo crescendo ,in termini contenutistici prima, tecnici poi.I suoi lavori esprimono tutta la potenza e carica artistica ed emotiva che la contraddistingue nel panorama dei giovani di oggi. La sua pittura ha tutti i connotati per imporsi sul piano internazionale ,e si impone preponderante con i suoi toni,le sue luci ,citazioni colte di maestri come Caravaggio , Rembrant , rielaborate con un suo personalissimo ed unico linguaggio. La capacità di Roberta Coni è di dare leggerezza a questi corpi raggomitolati in uno spazio buio infinito. Si ammassano l'uno sull'altro ,mentre come fendenti le mani penetrano la carne, per aggrapparsi ,per non allontanarsi e condividere la sofferenza. Dilaniati aleggiano, insieme,come nuvole di carne nello spazio . In questo profondo buio ,dall'alto cala una luce che illumina le anime, intente nel loro processo catartico ,a cercare la salvezza. Lo sfondo scuro ,sostituisce la visione descrittiva dello spazio circostante ,procedendo in modo irrituale, a differenza di altri illustratori
come un Aligi Sassu, un Gustavo Dorè. L'operazione artistica della Coni ,al contrario, è dissonante;opera un azzeramento eliminando il superfluo e focalizzando l'attenzione sullo spirito e sul suo anelito di salvezza .
Quello di Roberta Coni sembra uno slancio di accoglienza,quasi di perdono;in fondo,chi,non ha mai peccato o incontrato lungo la sua vita Superbia,Avarizia,lussuria,Invidia,gola,Ira ,Accidia!?
Vengono incontro con forza e senza freni , dalle loro bocche sembra fuoriuscire il tagliente urlo di Satana ed il flebile, quasi ormai assente respiro speranzoso di un'anima perduta che rimpiange la sua passata innocenza!Questi corpi sono come i tasti di un pianoforte,i musicisti in un'orchestra e l'artista il direttore;la loro angoscia,quasi incontenibile, va gestita e plasmata. Roberta Coni con i suoi sfondi neri li lascia danzare in uno spazio senza fine ,per donar loro un anelito d'aria che il peccato,sempre presente, gli strapperebbe ; per donare loro uno slancio di libertà e per concedere anche allo spettatore, rendendolo partecipe, il potere di decidere come il burattinaio dei suoi pupazzi. Perchè, l'artista, non chiude il cerchio, difronte agli occhi dello spettatore? Perchè, lo rende partecipe? Perchè non delimita i confini dei suoi dipinti? Perchè il perdono è cristiano ,ma rimane pur sempre a discrezione di chi guarda; chi è costui? Lo spettatore, colui che ha subito le conseguenze delle azioni peccaminose di quelle genti ,di quei corpi dilaniati e può decidere che farne ; se deciderà per la vendetta sarà anche lui come un ragno che tesse la tela, imprigionato, in quella rete, in quel groviglio di corpi dilaniati ?..e allora ,non vedrà più la beatitudine,non incontrerà più la sua Beatrice. Se così fosse il viaggio di Roberta Coni finirebbe ; al contrario , questo è solo l'inizio di un cammino.
Potrei definire quello di Roberta Coni un lungo viaggio,di cui questo, rappresenta un primo punto d'arrivo. Il peccato, da anni, è tematica cara all'artista ;basti pensare ad opere come il
Mea culpa, che hanno segnato l'interesse della Coni per l'animo umano .D'altronde ciascuno cerca la beatitudine a proprio modo,ognuno addolcisce l'anima con i suoi personali strumenti ; la Coni lo fa attraverso la pittura.
Il suo percorso ,in questi anni ,è stato un continuo crescendo ,in termini contenutistici prima, tecnici poi.I suoi lavori esprimono tutta la potenza e carica artistica ed emotiva che la contraddistingue nel panorama dei giovani di oggi. La sua pittura ha tutti i connotati per imporsi sul piano internazionale ,e si impone preponderante con i suoi toni,le sue luci ,citazioni colte di maestri come Caravaggio , Rembrant , rielaborate con un suo personalissimo ed unico linguaggio. La capacità di Roberta Coni è di dare leggerezza a questi corpi raggomitolati in uno spazio buio infinito. Si ammassano l'uno sull'altro ,mentre come fendenti le mani penetrano la carne, per aggrapparsi ,per non allontanarsi e condividere la sofferenza. Dilaniati aleggiano, insieme,come nuvole di carne nello spazio . In questo profondo buio ,dall'alto cala una luce che illumina le anime, intente nel loro processo catartico ,a cercare la salvezza. Lo sfondo scuro ,sostituisce la visione descrittiva dello spazio circostante ,procedendo in modo irrituale, a differenza di altri illustratori
come un Aligi Sassu, un Gustavo Dorè. L'operazione artistica della Coni ,al contrario, è dissonante;opera un azzeramento eliminando il superfluo e focalizzando l'attenzione sullo spirito e sul suo anelito di salvezza .
Maria Laura Perilli
Roberta Coni (Brescia)
Roberta Coni (Brescia)
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