Irene MALISH
Il volto divino

Cortona: 5 agosto - 30 agosto 2007

 

I dipinti di Irene Malish fanno trasparire l'origine dei suoi studi: l'architettura. Le linee segrete del campo geometrico intuitivo, mediane e diagonali, sono utilizzate costruttivamente come impalcatura e filo conduttore per l'orientamento dei suoi volti di donna.
      Un 'universo femminile' della immediata identificabilità, con un timbro personalissimo, dove l'uso disinvolto e veemente delle contrapposizioni coloristiche tutto riscalda, evocando germi espressionistici. 
      Scriveva Herman Bahr "un solo grido d'angoscia sale dal nostro tempo. Anche l'arte urla nelle tenebre, chiama soccorso, invoca lo spirito: è  l'espressionismo". La pittura di Malish, coerentemente con l'affermazione di Bahr, "accentua prepotentemente il ruolo del soggetto, le sue emozioni, la sua interiorità". Una pittura materica, pregna di graffiature, spatolature e creature che, in sinergia con lumeggiature riferite a Caravaggio, costituiscono il mondo tecnico della sua produzione artistica. Di Caravaggio coglie la poetica delle prime opere, quella dai toni lirici e trasognati. i volti sono plastici; dalle bocche carnose e sensuali, con grandi occhi ora persi nel vuoto, emblema come diceva Moravia, di un 'nodo di pensieri e di sentimenti confusi e fuggitivi', ora socchiusi, quasi a trattenere i momenti di rilassamento fisico e psicologico susseguente l'affettività.
     Sono volti che non si concludono mai in se stessi e riescono, proprio con le loro dinamiche disposizioni, a trasmettere il senso del 'non finito', del  'non delimitato'.
     L'osservatore è quasi accompagnato, percorrendo le loro inclinazioni con uno sguardo a volo di uccello, a travalicare mentalmente i margini della tela per costruire, con il gioco della immaginazione, la loro sottostante realtà corporea. "Attraverso una profonda partecipazione si entra nel meccanismo interiore dell'immagine, si scopre una voragine di sentimenti nascosti sotto la corazza dell'imperturbabilità, ci si affaccia sull'abisso del divino".
     Volti divini, appunto, acheropiti della donna contemporanea, icone nei cui sguardi la Malish coagula sogni, rimembranze, nostalgie misteriose e impenetrabili magie: le magie della sua terra, di cui rincorre le infinite distese e la 'bianca città dei giorni desiderati' di Nazim Hikmet.

 Maria Laura Perilli

Artista:
Irene Malish
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