Iorizzo infonde e condensa nella sua pittura tutta la passionalità e lo slancio del volersi bene tipico della romanità. E' pittura pulita, la sua, emotivamente coinvolgente, capace si, di nutrirsi di stratificazioni tecniche ed artistiche del passato, ma filtrate costantemente dalla contemporaneità. Non è soltanto un talento naturale, ma artista colto che distende sulla tela i suoi sogni secondo geometrie sapienti e controllate. Nulla è lasciato al caso e tutto ciò che all'apparenza irrompe sulla scena in modo disordinato, è, in realtà, irretito nelle maglie di una sapiente progettualità costruttiva. E' il richiamo costante a quanto affermato da Henry Miller: 'Disordine è parola inventata, per indicare un ordine che non si capisce...' . Questa personale percorre le grandi linee della sua ricerca pittorica che spaziano dalla figura al paesaggio urbano sino al mondo dei pesci. Un operato che rifugge l'improvvisazione ed approssimazione di cui molti artisti, purtroppo, sono oggi preda. Tutto è sapientemente rifinito e compiuto. Le velature, quelle tinte molto diluite, a cui fa ricorso da profondo conoscitore della pittura veneziana del 500 e 600, stese su colori intensi, vi impongono vibrazioni di luce splendente, ricchezza di modulazioni, ombre in trasparenza. Se ne avvolgono, in un tripudio mirabile, i suoi bianchi, gli ocra, i verdi e la materia pittorica tutta, graffiata e spatolata con forte impeto emozionale. Emblematici della sua ricerca sono 'Io in ombra' del 1993, il 'Gianicolo con cielo cinabro' del 1999 e la recente produzione sul mondo ittico. 'Io in ombra' rappresenta le due facce della vita; il contrasto tra il travaglio interiore, espressione di una meditazione silenziosa, e il bisogno di irrompere sulla scena centrifugando l'accumulo della propria energia artistica. 'Gianicolo con il cielo cinabro' sottolinea ulteriormente l'alternarsi dei suoi stati d'animo. Non a caso i paesaggi romani si offrono ora infuocati ora illanguiditi e prostrati nella macerazione coloristica della evidente 'informalità turneriana'. Allora Roma sembra attonita, quasi presa dalla sua stessa monumentalità. Per iorizzo, però, essa non è solo città di terra ma anche di mare. Ha imparato a coglierne le vicine brezze marine e ad intessere un rapporto fortemente fisico con il mondo dei pesci; ne esplora la primordialità ritraendone i caratteri essenziali della forma e attraverso una materia coloristica nervosamente trattata coglie 'l'unicum' tra quei corpi ed il loro hinterland liquido. Ne studia geometrie, movimenti, relazioni, dinamismi, espressioni deliranti dell'ultimo attimo vitale, ricercando nell'acqua il nucleo generatore dell'esistenza.
Maria Laura Perilli
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