Ma Lin percorre la complessa via del dialogo interculturale tra il suo mondo d’origine e l’Italia, entrambi strutturati e condizionati dalla forza del loro spessore storico, permeando le sue opere di ‘tensione culturale e spirituale tra attualità e tradizione’. L’oggetto privilegiato del suo dipingere è un corpo umano che ‘respira all’unisono con l’universo concepito come un immenso essere vivente’. Una visione universale-taoista del corpo che si confronta con l’universalità del corpo michelangiolesco, baricentro dell’attenzione di questo artista. Le sue figure corporee ambiscono ad una respirazione armonica, alla riconquista dei grandi valori storici del pensiero, della meditazione, divenendo così contraltare alla frenesia, allo stress e alla banalità esistenziali dell’uomo odierno che, inconsapevole vittima di una globalizzazione negativa, è irretito dal consumismo mercatista. Alle posizioni di levitazione estatica di alcuni corpi ne contrappone altre contratte, chiuse su se stesse, concretizzazioni fetali di ‘energie in circolo’ da non disperdere, perchè pronte, con sforzo sinergico, a superare gli innumerevoli ostacoli dei percorsi esistenziali. La porta, così frequente nei lavori di Malin, è appunto l’ostacolo da superare. Una pittura autobiografica che, carica di simboli narranti la solitudine nelle difficoltà e la legittima aspirazione ad una equità universale, si dispiega su due percorsi paralleli:
- una visione filosofica, applicata all’arte, che brama la giustizia sociale in assonanza con quanto afferma il giurista Guido Rossi: ’I grandi filosofi del passato non vivevano fuori dal mondo, al contrario cercavano risposte ai problemi più concreti e urgenti dei loro contemporanei’; - il raggiungimento, con la forza del pensiero pacato, attraverso l’esistere quotidiano, della conquista di un mondo metafisico dove l’Assoluto si fa ‘centro di gravità permanente’ del travaglio spirituale dell’animo umano.Ciò è concretizzato da una tecnica pittorica di assoluta ed immediata identificabilità; si intravede ovunque l’uso disinvolto di una geometria segreta che struttura le posizioni corporee secondo mediane e diagonali piegate al dinamismo e alle asimmetrie.
Velature gialle e rosse, antitetiche del nero nella cultura orientale, esaltano la descrizione di ogni impercettibile fascio muscolare sottolineandone il grado di leggibilità. Il campo nero di fondo è l’utero universale che partorisce coralità di corpi trattati con forti contrasti chiaroscurali di memoria caravaggesca. Una pittura, quella di Ma Lin, che fondata su personalissime, sapienti e solide basi tecniche e di pensiero, come afferma il Prof.Quan Shan-Shi, offre ‘un’emozione all’animo delle persone portandole a pensare allo spazio infinito’.
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